Photo: Getty Images / Red Bull Content Pool
Le soste ai box sono una parte cruciale della Formula 1 e combinano strategia, velocità e precisione. In che modo questi rapidi momenti influiscono sull'esito di una gara e quali indimenticabili incidenti hanno fatto la storia della F1?
In Formula 1, i pit stop sono una parte essenziale della gara. È il momento in cui i piloti entrano nella corsia dei box per montare nuovi pneumatici, fare regolazioni o eseguire riparazioni. Ma non si tratta solo di scambiare le gomme: i pit stop sono un elemento strategico e attentamente tempificato che può determinare la vittoria della gara. Vediamo di spiegarlo in termini semplici.
Il motivo principale per cui i piloti si fermano ai box è il cambio degli pneumatici. Le auto di F1 utilizzano diversi tipi di pneumatici a seconda delle condizioni atmosferiche e della pista. Ad esempio, i pneumatici morbidi offrono maggiore aderenza e tempi sul giro più rapidi, mentre quelli duri durano di più ma non garantiscono la stessa velocità. Esistono anche pneumatici intermedi e da bagnato per le condizioni atmosferiche piovose.
Una regola importante in F1 è che i piloti devono usare due tipi diversi di pneumatici durante una gara, se le condizioni sono asciutte (se piove questa regola non si applica). In questo modo si garantisce l'equità, dato che i diversi pneumatici hanno prestazioni diverse. Facendo cambiare le gomme ai piloti, si mantiene una maggiore competitività e sicurezza.
Quando gli strateghi decidono che’è il momento per un pilota di andare ai box, il team manager chiamerà l’equipaggio dei box – in genere circa 23 persone – a prepararsi.
Ogni membro dell'equipaggio ha un compito specifico. Alcuni sono incaricati di montare e smontare le ruote, mentre altri si occupano delle pistole o del cric anteriore. Nel tempo necessario per cambiare gli pneumatici, si possono fare delle regolazioni all'ala anteriore, pulire l'ala posteriore e la visiera e, a volte, pulire anche i sidepods.
Per il pilota, il compito principale è quello di centrare il bersaglio quando entra ai box. Questo assicura che l'equipaggio non debba modificare la propria posizione, il che potrebbe costare secondi preziosi. Inoltre, aiuta a prevenire gli incidenti, in particolare con l'uomo del cric anteriore, che subirebbe l'impatto totale se il pilota superasse la sua posizione.
Dall'interno dell'abitacolo, il conducente riesce a malapena a vedere qualcosa oltre a diverse figure con caschi che sciamano intorno all'auto come uno sciame di vespe. L'auto viene sollevata sul cric e lasciata cadere con un pesante tonfo; il conducente lo sente sicuramente nella schiena.
Durante la sosta, i conducenti devono afferrare saldamente il volante e premere con forza il pedale del freno per consentire un cambio di pneumatici senza intoppi. Aspettano il semaforo verde, che segnala la possibilità di ripartire, quindi premono l'acceleratore e tornano in pista.
Le soste ai box non servono solo a cambiare gli pneumatici, ma sono un elemento strategico che può fare o distruggere una gara. Le squadre pianificano attentamente la tempistica dei pit stop, sperando di ottenere un vantaggio sui piloti rivali.
Le due strategie principali sono:
La chiave di entrambe le strategie è il tempismo; e sapere quando fare la chiamata ai box può fare la differenza. A volte i team aspettano e lasciano fuori i loro piloti più a lungo, sperando che venga utilizzata una Safety Car, che rallenta la griglia di partenza e quindi permette ai piloti di perdere meno tempo ai box.
I pit stop in Formula 1 sono cambiati molto rispetto agli albori. Negli anni Cinquanta e Sessanta, i pit stop erano lenti e semplici. Le squadre si limitavano a cambiare gli pneumatici e l'operazione poteva durare diversi minuti. Non c'erano rifornimenti durante le gare, quindi la sosta non era cosìcritica per l'esito della corsa.
Con l'evoluzione dello sport, anche i pit stop si sono evoluti. Negli anni Settanta e Ottanta, i team iniziarono a concentrarsi sulla velocizzazione delle soste ai box. Utilizzarono strumenti migliori, come martinetti più leggeri e pistole per ruote più robuste, per cambiare gli pneumatici più rapidamente. Le soste ai box erano ancora un po' lente, ma i team cominciavano a capire quanto fossero importanti.
Negli anni '90, i pit stop divennero molto più veloci. Le squadre iniziarono a utilizzare attrezzature più specializzate e a creare strategie migliori per le loro soste. Alla fine degli anni Novanta, il cambio di tutti e quattro gli pneumatici poteva essere effettuato in meno di 10 secondi.
Neanche 20 anni dopo, concretamente nel 2009, il tempo trascorso nella corsia dei box è stato molto più breve grazie al grande balzo della Red Bull, che ha ottenuto un pit stop di 2,3 secondi, stabilendo un nuovo standard per questo sport.
Il cambiamento più grande è avvenuto nel 2010, quando il rifornimento di carburante durante le gare è stato vietato a causa della sua pericolosità. Ciò significa che le soste ai box si concentravano solo sul cambio degli pneumatici e su piccole regolazioni. Senza rifornimento, i team dovevano fare le loro soste ancora più velocemente, puntando a un cambio gomme rapido per ottenere un vantaggio in gara.
Nel 2023, la McLaren ha stabilito un nuovo punto di riferimento per le prestazioni dei pit stop, ottenendo il pit stop più veloce della storia della F1 con soli 1,8 secondi durante il Gran Premio del Qatar, battendo il precedente record della Red Bull di 1,82 secondi del Gran Premio di Cina 2019. Questo record dimostra quanto i team abbiano perfezionato le loro procedure di pit stop.
Guardando al 2024, nessuno è riuscito a battere il record della McLaren dello scorso anno, ma la Red Bull ci è andata vicino in Cina con una sosta di 1,9 secondi. La scuderia di Woking ha poi eguagliato il tempo al Gran Premio del Messico, ma nessuno è sceso sotto questa soglia.
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